Giro del Delfinato 2024, il direttore di corsa Thierry Gouvenou: “Circa 50 caduti, avevamo 5 ambulanze ma non bastavano…”
Thierry Govenou fa il punto della situazione dopo l’inevitabile decisione di neutralizzare la quinta tappa del Giro del Delfinato 2024. Sconvolta da una maxi-caduta nel finale, la giornata si è chiusa con una sorta di passerella per il gruppo, che ha raggiunto il traguardo compatto e ammaccato dopo l’incidente che ha visto finire a terra oltre cinquanta corridori, tra i quali anche numerosi big come Remco Evenepoel, Primoz Roglic e Juan Ayuso, portando anche ad una serie di ritiri, tra i quali Steven Kruijswijk e Dylan Van Baarle. Fermata prontamente la corsa, il direttore di gara ci racconta i momenti che sono seguiti e la dinamica che ha portato alla decisione.
Quale è il bilancio della caduta?
Circa 50 corridori sono caduti. Il medico mi ha detto che servivano sei evacuazioni, poi ovviamente bisognerà aspettare i bilanci medici per saperne di più. Sicuramente molti corridori dovranno essere curati questa sera.
È stata una decisione rapida quella di neutralizzare?
Ci siamo concertati per prendere questa decisione. Dopo una decina di minuti abbiamo fatto il punto con il servizio medico, che era strapieno, malgrado le cinque ambulanze che avevamo in carovana. Non erano sufficienti, quindi bisognava chiamare altre ambulanze per finire le evacuazioni per poi sperare di poter ripartire, e serviva molto tempo. I corridori erano sotto la pioggia e a quel punto con la giuria abbiamo deciso di prendere questa decisione di neutralizzare e di arrivare all’arrivo in passerella.
C’è stata una richiesta dei corridori? Sappiamo che Chris Froome si è fatto portavoce del gruppo…
Ovviamente, in questi momenti tutti hanno un parere. Abbiamo ascoltato i corridori, ma prima di tutto contava il parere dei medici, che ci hanno fatto capire serviva molto tempo per avere le ambulanze e poter ripartire. Abbiamo ascoltato i corridori, ma è stato il fatto che il servizio medico fosse oberato che ci ha impedito di ripartire. È inoltre anche difficile ripartire così vicini dall’arrivo.
La prima neutralizzazione invece è arrivata subito, avete subito capito la gravità della situazione?
Con il presidente della giuria siamo nella macchina in coda al gruppo e abbiamo visto con i nostri occhi quel che era successo. Ci è bastato uno sguardo tra noi per capire che dovevamo neutralizzare la corsa. Era evidente che c’era un impatto significativo sulla corsa e sui corridori, quindi serviva una decisione rapida.
I corridori dicevano che sin dall’inizio della tappa sentivano la strada scivolosa.
Abbiamo visto che il gruppo scendeva in maniera molto attenta e che alcuni dovevano tirare fuori i piedi. Penso che siamo arrivati ad un momento critico per cui abbiamo delle bici così affinate che appena c’è un problema meteo o di strade non proprio in perfetto stato capitano cadute o momenti difficili e questo ovviamente diventa un problema.
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